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Fred lo svizzero, storia di un (non) milionario di successo

milionario di successo

La sua è una storia di successo, una storia vera che dimostra come il futuro non appartiene a qualche genio dell’informatica ma a tanti piccoli imprenditori con idee, creatività e… un’ ottima strategia di Web Marketing. Quella che non poteva portare con sé sulla nave che lo portò da Berna verso il Nuovo Mondo….

Oggi ti voglio raccontare una storia di successo: quella di un operaio svizzero che nel 1926 si trasferisce da Berna a Los Angeles. Pensi che sia la solita storia del povero che fa fortuna negli States? No, non voglio annoiarti con i soliti stereotipi buoni solo per banali happy ending da commediola di serie B.

Credimi, quella che leggerai nelle prossime righe non è altro che la prova provata che nell’epoca di Internet, nell’era del tutto e subito, il futuro appartiene agli artigiani, ai piccoli imprenditori e a tutti coloro che sapranno aggiungere al proprio lavoro un pizzico d’arte e una buona dose di spirito d’impresa.

Torniamo, allora, a bomba dal nostro operaio svizzero. Si chiamava Fred Hauser. Lo immagino come tanti altri, sul ponte della nave che lo porta verso il nuovo mondo. Gli occhi stanchi di chi ha fatto un viaggio infernale lungo settimane s’illuminano di quella luce brillante che solo l’ottimismo verso il futuro sanno accendere. La “terra promessa” è visibile da lontano, rompendo la monotonia d’un panorama tutto blu che gli ha invaso le pupille per giorni.

Il sogno americano comincia…

Con quello spirito preciso e puntuale da orologiaio (mica era svizzero per caso) trovò lavoro all’MGM Studios di Hollywood che all’epoca non era ancora quel paradiso patinato per starlette e divi da copertina, ma un’industria in fiorente crescita.

A Fred le cose cominciarono a girare bene: si sposò ed ebbe una figlia e si trasferì con la famiglia in una villetta in una tranquilla zona periferica residenziale. Hai presente le tipiche villette americane senza recinto intorno al giardino e col vialetto per parcheggiare l’auto nel garage? Io me la immagino un po’ così…

Chi s’accontenta gode?

Un bel posto e una bella famiglia, il massimo per molti che si sarebbero volentieri accontentati… Non Fred che, terminato il suo lavoro agli Studios, passava la notte a… inventare. Proprio così. Wow, il protagonista di questa storia è un inventore. Non uno di quelli pazzi che progetta improbabili macchine per tornare indietro nel tempo, ma un tranquillo, pragmatico operaio di una tranquilla zona di periferia. “Sognava macchine delle quali tracciava prima schizzi poi disegni meccanici, e realizzava prototipi”. Tutto in quel garage in fondo al vialetto.

All’inizio le sue invenzioni erano ispirate al suo lavoro quotidiano e riguardavano sistemi a nastro, poi uscì un mattino presto da quel garage e guardò il giardino di fronte a casa. Bello, rigoglioso, d’un verde acceso grazie al generoso sole californiano e ai nuovissimi sistemi d’irrigazione che spopolavano in quegli anni. Dispositivi all’ultimo grido, diffusori a flusso variabile che diffondevano automaticamente acqua in modo meraviglioso sui verdi prati. Ma tutti avevano bisogno di un intervallo manuale, se non altro per aprire le valvole.

Quando l’occasione che cerchiamo è sotto i nostri occhi!

Sì, è proprio come stai pensando… E’ la stessa cosa che è venuta in mente a Fred quella mattina: “e se anche queste fossero azionate da un qualche meccanismo?”.

La risposta che diede il nostro Hauser fu il brevetto 2311108 per “l’attivazione sequenziale di valvole di servizio”. Ci mise mesi in quel garage. Decine, centinaia di ore di sonno perse per realizzare quella specie di orologio elettrico che apriva e chiudeva le valvole ad intervalli regolari. Era svizzero, non scordartelo.

Siamo al dunque. Fred non divenne ricco, benestante certo, rispettato dai vicini e quasi famoso. Veniva pagato abbastanza bene per il suo brevetto e in casa non mancavano certo i soldi per una bella auto, qualche bella vacanza e gustose cenette al ristorante. Benestante sì, ricco no. E allora perché ti ho raccontato questa storia? In che modo posso dimostrarti davvero che il futuro appartiene agli artigiani e a tutti coloro che sanno aggiungere al proprio lavoro un pizzico d’arte e una buona dose di spirito imprenditoriale?

E il lieto fine della “favola” dov’è?

Non ti ho ancora raccontato il finale di questa storia: anni dopo la morte di Fred, nel 1998, suo nipote Chris aprì la serranda di quel garage trovò un’infinità di altri brevetti depositati dal nonno. C’era un timer per forno e un registratore e un sacco di altra roba interessante per l’epoca. Ma Fred era un inventore, non un imprenditore. Questo è il punto.

Oggi il Web ci offre infinite possibilità. Spesso sentiamo parlare di ragazzini che con un semplice computer portatile e un’idea originale cambiano il mondo. Alcuni creano colossi, altri poi falliscono, ma entrambi sono accumunati da una cosa: non hanno più bisogno di brevetti, gli basta premere il tasto “invio” e condividere la loro invenzione con miliardi di persone.

Ma il futuro non è (solo) il Web. Quello vale 20 miliardi di dollari, mentre l’economia “tradizionale” ne vale 130 di miliardi, più di 5 volte tanto. Ci hai mai pensato?

Presto ti basterà avere una stampante 3D per dare forma alla tua idea, non dovrai più affidare ad altri la realizzazione delle tue idee. E il Web Marketing sarà lo strumento giusto per distribuire il tuo prodotto, lanciare la tua idea, capovolgendo il mondo della produzione industriale.

 

Il Web Marketing è lo spirito imprenditoriale che è mancato a Fred, quel gradino verso un successo ancora maggiore. Quello spirito imprenditoriale che una volta o avevi o non avevi, oggi è alla portata di tutti. Una giusta strategia può trasformare una buona idea ne “L’idea”

Verso una nuova rivoluzione industriale…

Stampa 3d

Siamo dunque alle soglie di una nuova “rivoluzione industriale”? No, ci siamo già dentro, solo che non c’è una macchina a vapore, ma un computer e una stampante 3D. Che però, senza la passione di un’idea e la spinta dello spirito industriale posso anche rimanere spenti…

A proposito. Questa storia non l’ho inventata, l’ha raccontata Chris Anderson, ex direttore della rivista Forbes, considerato uno dei 100 uomini più influenti al mondo, nel suo libro “Il ritorno dei produttori. Per una nuova rivoluzione industriale”. E nemmeno lui l’ha inventata, il protagonista è suo nonno, Fred.

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