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Ecco alcuni consigli sul linguaggio giusto per migliorare il posizionamento dei nostri prodotti e servizi in rete ma, allo stesso, catturare l’interesse dei potenziali clienti convincendoli ad acquistare. Scrivere non solo per il web ma anche (e soprattutto) per vendere
Scrivere per il web e scrivere per vendere sono la stessa cosa? In un certo senso sì.
Se è vero che chi non è nelle primissime pagine di Google è come se non esistesse, è anche vero che stare in prima pagina e non vedere il becco di una vendita o richiesta di preventivo è altrettanto inutile.
Certo, abbiamo visto mille volta l’importanza (essenziale) di una strategia di web marketing disegnata su misura per il proprio business. E altre mille volta abbiamo visto come il traffico generato sul proprio sito non va valutato un tot al chilo, ma in termini di lead, cioè di contatti qualificati. Persone e aziende che sono realmente interessate ai tuoi prodotti e servizi. In due parole: lead generation.
Di quello hai bisogno. Del resto, puoi fare benissimo a meno…
Però oggi vorrei soffermarmi su un aspetto che è centrale in qualsiasi strategia di digital marketing, ovvero quello relativo alla comunicazione. Scrivere per il web. O meglio, scrivere per il web e per vendere.
Non è di questo, in fondo, che stiamo parlando?
Nell’eterna sfida tra scrivere per il web e scrivere per vendere….
Ti dirò una cosa: questa sfida non esiste, perché scrivere per il web e scrivere per vendere non sono due cose diverse.
Scrivere per il web e per vendere
Ok, se adesso iniziassi ogni capitoletto (h3) con la frase “scrivere per il web e per vendere”? Probabilmente ti annoieresti e chiuderesti subito questa pagina pensando: “vabbè”, questo deve posizionarsi per questa keyword”.
Avresti ragione. Io stesso quando vedo una parola chiave ripetuta in tutte le salse fino alla nausea, mi infastidisco un po’. Tu chiamala, se vuoi, deformazione professionale.
Il punto è questo: preferisci scrivere per posizionare quella keyword o vuoi provare a promuovere i tuoi prodotti e/o servizi?
Perché se hai scelto la seconda ipotesi, allora sei sulla strada giusta. E devi preoccuparti di due cose:
- Far comprendere all’utente i benefici che ricava dall’acquistare i tuoi prodotti/servizi
- Far percepire all’utente il valore dei tuoi prodotti/servizi
Dopo (e solo dopo) potrai riguardare il testo e controllare aver posizionato la tua keyword nel titolo e qua e là nel testo per 5 o 6 volte. E se sono 4 fa niente, non ribaltare frasi o cercare equilibrismi grammaticali.
Alcuni consigli utili
Si potrebbero scrivere un milione di consigli utili su come scrivere sia per vendere che per posizionare parole chiave. Ma prima di tutto, se hai uno stile tuo, non stravolgerlo.
Provare altri registri comunicativi va bene, ma se qualcosa non ti convince perché non la senti tua, evita di scriverla…
Io, ad esempio, ho litigato con il termine “leader del settore”. Non lo uso quasi mai perché ho letto un milione di siti di aziende che si definivano “leader di settore” e mi è venuta una certa intolleranza.
Detto questo, se dovessi scegliere 5 consigli utili per scrivere per il web e per vendere…
5 cosigli utili
- Mettiti nei panni di chi legge. Non continuare con “io farò” o “noi faremo”, soffermati piuttosto su “tu otterrai”, “conquisterai”
- 1000 parole, solo se… Lo so che da qualche tempo Google premia i contenuti lunghi, quelli con più di 1000 parola, per intenderci. Ma mille parole sono tante! Leggerle tutte significa investire un bel po’ di tempo. Non tediare i tuoi lettori con articoli o post chilometrici, sfonda il muro delle 1000 parole solo se hai qualcosa di veramente importante da scrivere. Il brodo allungato con l’acqua perde sapore.
- Evita overdose di neretto. Boldare parole chiave e frasi cruciali è importante per catturare l’attenzione di chi legge. Ma non esagerare. Tutto quello che è importante per te, non è detto che lo sia per chi legge (e torniamo al primo punto di questo elenco…).
- Sii onesto. Esalta le qualità dei tuoi prodotti e/o servizi. Ma se vendi un’utilitaria, non cercare di farla passare per una Maserati, ok? Potresti forse abbindolare qualcuno, ma la cattiva reputazione online che ti faresti sarebbe una macchia indelebile per il tuo business.
- Frasi brevi. Se vuoi catturare l’attenzione di chi legge non puoi pensare di farlo con un blocco di testo di 30 righe fitte, così lo scoraggeresti e basta. Una frasi brevi e paragrafi di 3 o 4 righe al massimo. Ti aiuterà a mantenere alta l’attenzione degli utenti un po’ più a lungo…
Seo Yoast non è la Bibbia
Dimmi la verità. Anche tu quando scrivi un pezzo per il tuo blog, appena terminato l’articolo, ti precipiti sul pannello di analisi Seo dei contenuti.
Conti i “semafori” rossi e gialli. Perché ormai pensi di saper scrivere per il web e, con una punta di orgoglio, sai perfettamente che i semafori verdi superano di gran lunga tutti gli altri…
Guardi anche la leggibilità.
Quella è la nota dolente di molti che vogliono scrivere per il web. Superare il 25% di frasi che superano le 20 parole è dannatamente facile, vero?
Bello vedere che il pannello di Seo Yoast recita Seo Ottimo, leggibilità ottima? Piace anche a me. Cosa vuoi farci, ognuno ha le sue piccole manie e soddisfazioni.
Peccato che Seo Yoast (e tutti gli altri tools di analisi Seo dei contenuti) non siano la Bibbia, come si suol dire. Non devi credere che se la parola chiave appare alla fine del titolo, questo sarà per forza un male per il tuo pezzo.
Hai trovato un bel titolo? Magari hai giocato anche sull’effetto acchiappa click con qualche elemento di clic baiting. E allora, non ti curare troppo del fatto che questa “vanità” ti costerà un semaforo giallo…
Scrivere per il web significa sì scrivere articoli, post o qualsiasi altro contenuto che aiuti il posizionamento di quella pagina, ma tu scrivi soprattutto per essere letto da persone in carne ed ossa, non da un algoritmo.
Le persone e le aziende comprano i tuoi prodotti o servizi. Gli algoritmi no.
Gli slogan che funzionano
Questa volta voglio fare una cosa che non ho mai fatto… Non voglio scriverti scrivere un capitolo sugli slogan che funzionano ma consigliarti di guardare questo video di Marco “Monty” Montemagno.
Si fa a livello Seo, pur sapendo che molto probabilmente Monty non mi regalerà un backlink ad uno dei miei contenuti? No. Ma se un contenuto è valido… tant’è.
Parliamoci chiaro, molto spesso guardare un video con un bel contrasto di colori e una voce frizzante ha un tasso di engagement maggiore rispetto ad un contenuto scritto.
A proposito… e le fonti?
Hai notato che nel paragrafo qui sopra non mi sono limitato a incollare il link al video ma ti ho detto che era di Montemagno?
Purtroppo, sul web si sta perdendo sempre più la norma di citare la fonte da cui si riprende una notizia. Nel giornalismo fa parte della deontologia professionale, ma anche lì… Il punto è che fai molto più bella figura a citare l’autore di un contenuto piuttosto che copiarlo (magari spostando due virgole e trovando un sinonimo) e sperare di non essere beccato. Né penalizzato da Google come autore di contenuti duplicati.